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Afghanistan

bandiera AfghanistanLa Repubblica dell'Afghanistan è un Paese montuoso senza sbocco sul mare situato in posizione strategica nel cuore dell'Asia.

In questo territorio hanno interagito numerose civiltà, tra le quali le antiche genti persiane e indiane; fu parte di grandi imperi regionali, tra cui l'achemenide, il macedone, l'indiano Maurya, l'impero islamico e il sassanide.

Nei tempi recenti, oltre alle violenze terroristiche e alle azioni militari in corso, miranti a sradicare i terroristi e i talebani restanti, il Paese è afflitto da enorme povertà, infrastrutture fatiscenti, e un territorio infestato da mine antiuomo.


Afghanistan

Divisione amministrativa

L'Afghanistan è diviso in 34 province (wilayats), ciascuna con propria capitale e amministrazione. Le province sono ulteriormente suddivise in 398 distretti, ognuno dei quali comprende una città o un certo numero di villaggi.

Le Province sono: Badakhshan, Badghis, Baghlan, Balkh, Bamyan, Daykundi, Farah, Faryab, Ghazni, Ghor, Helmand, Herat, Jowzjan, Kabul, Kandahar, Kapisa, Khost, Konar, Kunduz, Laghman, Logar, Nangarhar, Nimruz, Nurestan, Oruzgan, Paktia, Paktika, Panjshir, Parvan, Samangan, Sare Pol, Takhar, Wardak, Zabol.

In breve

Area: 647,500 km² -- Popolazione: circa 30 milioni di abitanti -- Densità: 46 abitanti per km² -- Governo: repubblica -- Capitale: Kabul -- Lingua: dari e pashto -- Religione: islamica -- Moneta: Afgano -- Prefisso telefonico: dall'Italia 0093 -- Prefisso telefonico: per l'Italia 0039 -- Fuso orario: UTC+4:30 (+3:30 rispetto all'Italia) -- Sigla Automobilistica: AFG -- Suffisso internet: .af -- Membro di: ONU dal 19 novembre 1946

Link Utili

Ambasciata italiana in Afghanistan | Vademecum per il Turista Italiano: è necessario il passaporto, con validità residua di almeno tre mesi; verificare anche ulteriori informazioni sul Sito della Farnesina per l'Afghanistan

La bandiera

bandiera AfghanistanLa nuova bandiera nazionale è stata adottata il 4 gennaio 2004, ed è composta da tre bande verticali eguali di colore nera, rossa e verde, con al centro lo stemma nazionale; Lo stemma raffigura parte di una moschea, covoni di grano, due bandiere, la data islamica 1298 (1919 nel calendario gregoriano, l'anno dell'indipendenza dal Regno Unito), e una scritta in arabo che recita: "Non c'è altro Dio che Allah e Maometto è il suo messaggero".

La Popolazione

La popolazione, con alto tasso di ruralità, è composta da svariati gruppi etnici: il maggiore è quello dei pashtun o Pathans, seguiti da tagiki, tutti indo-iraniani. Ci sono anche Uzbeki, Hazara, Turkmeno. Le lingue ufficiali sono il Persiano afgano o Dari (Persiano), parlato dal 65% della popolazione, e il pashtu (conosciuto anche come afgano o pathan) parlato nel nord-ovest dal 25% della popolazione. Altre lingue, parlate dal 10% della popolazione sono il turkmeno, uzbeko e lingue minori. Il bilinguismo è molto comune.

La religione è prevalentemente musulmana (80% sunniti e 20% sciiti). Ci sono anche minoranze di buddisti, induisti e sikh. Nel passato c'era una minoranza giudaica, ma quasi tutti lasciarono il Paese negli anni novanta durante la guerra civile e sotto il regime islamico radicale dei Talebani.

Territorio e Clima

Generalmente considerato parte dell'Asia centrale, a volte è raggruppato nel blocco compreso tra il subcontinente indiano e il Medio Oriente per una simile identità religiosa ed etnico-linguistica. Confina con il Pakistan a sud e ad est, Iran a ovest, Turkmenistan, Uzbekistan e Tagikistan a nord, e con la Repubblica Popolare Cinese a nord-est attraverso il corridoio Wakhan.

Circa il 75% del Paese è montuoso. Gli altopiani centrali scarsamente popolati comprendono la maggior parte dell'Hindu Kush, principale catena montuosa del paese e seconda per altezza al mondo, con numerose cime oltre i 6.400 metri; il punto più alto del paese è il monte Nowshak (7485 m), all'estremità orientale. Nel nord-est vi è una significativa attività sismica che spesso causa centinaia di vittime.

Il clima può essere classificato come estremo continentale, con scarse precipitazioni. Gran parte del territorio è desertico o semi-desertico, con alcune valli fertili densamente popolate, come Herat nel nord-ovest. La rete idrica è di tipo endoreico (senza sbocco sul mare), con grandi fiumi come l'Amu-Darya (il mitico Oxus), l'Helmand e il Kabol.

Città e Luoghi d'Interesse

  • La città di Herat - attualmente capoluogo della regione occidentale dell'Afghanistan, è stato a lungo di importanza strategica, commerciale e culturale per l'intera nazione. Pur essendosi sviluppata ampiamente nei tempi moderni, e nonostante le devastazioni belliche, il sito ha in gran parte mantenuto la propria impronta storica e molti monumenti islamici significativi.

Siti UNESCO Patrimonio dell'Umanità

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  • Minareto e resti archeologici di Jam - Situata nella provincia centrale di Ghor, il minareto di Jam, risalente al XII secolo, con i suoi 65 metri di altezza è una struttura esile e aggraziata, esempio della ricca tradizione artistica della regione; presenta la tipica decorazione con muri in mattoni, coronata in alto da una fascia di ceramica blu con iscrizioni. La bellezza del sito è esaltata dallo spettacolare ambiente naturale, una profonda valle circondata da montagne torreggianti.
  • Paesaggio culturale e resti archeologici della valle di Bamiyan - Il sito è un esempio delle tradizioni artistiche e religiose dell'antica Battriana tra il Primo e il XIII secolo, in quanto riunisce le diverse influenze culturali che portarono all'affermazione della scuola d'arte buddista del Gandhara. L'area comprende numerosi complessi monastici e santuari buddisti, nonché fortificazioni del periodo islamico. La valle fu teatro della tragica distruzione delle due statue del Buddha, perpetrata dai talebani nel marzo 2001, che provocò profonda tristezza in tutto il mondo.

La storia

Periodo pre-islamico - Le evidenze archeologiche indicano che l'uomo viveva in quello che oggi è l'Afghanistan almeno 50mila anni fa, e che le comunità agricole della zona furono tra le prime al mondo. La civiltà urbana iniziò nella regione tra il 3000 e il 2000 aC.

La prima data storica registra l'avvento della dinastia achemenide iraniana, che controllò la regione dal 550 al 331 aC. Tra il 330 e 327 aC, Alessandro Magno sconfisse l'imperatore achemenide Dario III e soppresse la resistenza locale. I suoi successori, i Seleucidi, continuarono a permeare la regione dell'influenza culturale greca.

Alla scomparsa del regno ellenistico, l'impero indiano Maurya conquistò il controllo del sud dell'Afghanistan, introducendo induismo e buddismo; nel 185 a.C. il regno ellenistico Greco-Battriano riconquistò la regione. Nel corso del 1° secolo aC, l'impero dei Parti occupò la regione, ma la perse ben presto a favore dei propri vassalli indo-partici. Nel corso del 1° secolo dell'era moderna i Kushan nomadi fondarono un vasto impero buddista che divenne centro culturale e commerciale. Nel III secolo d.C. l'Impero Kushan fu sconfitto dagli Indo-Sassanidi, e fino al VII secolo, la regione restò frammentata e sotto la protezione generale dell'impero sassanide iraniano.

Tra il IV e il XIX secolo, gran parte dell'attuale Afghanistan era noto con il nome di Khorasan; due delle quattro principali capitali del Khorasan (cioè Balkh, Merv, Nishapur e Herat) si trovano oggi in Afghanistan.

La conquista islamica - Dopo aver sconfitto i Sassanidi nella battaglia di Qadisiya nel 637, gli arabi musulmani iniziarono il lungo processo di introduzione dell'Islam che durò circa un secolo, e non fu ben accetto da parte di tutte le tribù afghane. Il popolo afghano era infatti multi-religioso, e comprendeva zoroastriani, buddisti, adoratori del sole, indù, cristiani, ebrei, e altri. La dinastia Zunbil e gli Shahi di Kabul furono sconfitti nell'870 da parte dei musulmani Saffaridi di Zaranj. Successivamente i Samanidi estesero la propria influenza islamica nel sud dell'Hindu Kush. Estakhri, geografo del X secolo, racconta che musulmani e non musulmani vivevano ancora fianco a fianco in Kabul prima dell'ascesa dei Ghaznavidi.

Durante il IX e X secolo, l'ovest del paese, incluso nella storica regione del Khorasan, fu governato dalle dinastie iraniane Tahiri, Saffari e Samani, sempre più indipendenti dai califfi di Baghdad; il periodo è noto come l'Età d'Oro Islamica, e fu caratterizzata da grande splendore nell'economia, grazie alla via della seta che passava per Baghdad a Samarcanda, e nella cultura con grandi figure come Avicenna e Ghazali in filosofia, Al-Razi e Al-Nafis in medicina, Al-Khwarizmi e al-Biruni nella matematica, Omar Khayyam e Ferdowsi nella letteratura. Nell'anno 977, Sebük Tegin, vassallo dei Samanidi, fu nominato governatore della regione, dando origine alla dinastia Ghaznavide, e il suo successore Mahmoud completò l'islamizzazione e fondò un impero che comprendeva Khorasan, Afghanistan e nord-ovest dell'India, la cui capitale fu Ghazna. Nel XII secolo, la dinastia Ghaznavidi fu sostituita dai Ghurid, e agli inizi del XIII secolo dai Sahs di Khorezm.

La conquista mongola - Nel 1220 tutta l'Asia centrale era caduta sotto gli eserciti mongoli di Gengis Khan, ed ebbe inizio la fase di invasioni afghane; i mongoli distrussero molte città e la stessa economia della regione. L'Afghanistan rimase frammentato fino al 1380, quando Tamerlano consolidò e ampliò l'Impero mongolo. Babur, fondatore della dinastia Mogol in India e discendente diretto di Tamerlano, occupò Kabul e da lì procedette a prendere il controllo dei territori centrali e orientali dell'Afghanistan. Dal XVI al XVIII secolo il Paese faceva parte di tre regni regionali: il Khanato di Bukhara nel nord, i Safavidi sciiti a ovest e la restante area sotto l'Impero Mogol.

La dinastia pashtun - Mir Wais Hotak, considerato il padre della Nazione e fondatore della dinastia Hotaki, guidò una ribellione contro i Safavidi e nel 1709 dichiarò il sud dell'Afghanistan regno indipendente, in seguito ampliato dal figlio Mahmud includendovi la Persia. Nel 1713, Mir Wais fu sconfitto da due eserciti persiani, uno guidato da Khusraw Khan e l'altro da Rustam Khan, inviati dal sultano Husayn, scià di Isfahan (odierno Iran), per riprendere il controllo del Kandahar. Mir Wais morì nel 1715 e gli successe il fratello Abdul Aziz, che venne ucciso dal figlio di Mir Wais, Mahmud come traditore. Nel 1722, Mahmud guidò un esercito afgano contro Isfahan, capitale persiana e si proclamò re di Persia. I Persiani di ribellarono qualche anno dopo, cacciando la dinastia dalla Persia dopo la battaglia di Damghan nel 1729.

Nel 1738, l'iraniano Nader Shah conquistò Kandahar dallo Shah Hussain Hotaki, fece liberare il 16enne Ahmad Shah Durrani e lo nominò comandante dei circa 4mila pashtun indigeni (Abdali, poi chiamati Durrani). Nader si accinse poi alla conquista dell'India, passando per Ghazni, Kabul, Peshawar, Lahore e saccheggiando Delhi dopo la battaglia di Karnal; il suo esercito lasciò poi Delhi, ma portando via un immenso tesoro, tra cui i diamanti Koh-i-Noor e Darya-ye Noor. Alla morte di Nader Shah nel 1747, gli afghani scelsero Ahmad Shah Durrani come loro capo. Considerato come il fondatore della moderna Afghanistan, Durrani e il suo esercito afghano conquistarono l'intero Afghanistan odierno, Pakistan, le province iraniane di Khorasan e Kohistan, e Delhiin India, sconfiggendo l'Impero indiano Maratha. L'impero si frammentò alla sua morte nel 1772, ma nel 1826 Dost Mohammad, capo della tribù pashtun Muhammadzai, ristabilì l'ordine.

Agli inizi del secolo XIX l'impero afghano era minacciato dai persiani a ovest e dai Sikh a est. Le province occidentali del Khorasan e del Kohistan vennero conquistate dai persiani nel 1800. Fateh Khan, capo della tribù Barakzai, assegnò posizioni di potere in tutto l'impero ai suoi 21 fratelli; questi, alla sua morte, si ribellarono all'impero dividendosi le province e dando inizio a un periodo turbolento, durante il quale l'Afghanistan ebbe molti governanti temporanei fino a Dost Mohammad Khan che si proclamò emiro nel 1826.

Il "Great Game" - Intanto gli inglesi avanzavano da est e iniziava il "Great Game", la lotta tra Gran Bretagna e Russia per il potere e l'influenza in Asia nel corso del XIX secolo. Durante questo periodo, i governanti afgani riuscirono a mantenere l'indipendenza virtuale, pur con dei compromessi.

La Prima Guerra Anglo-Afghana fu combattuta tra l'India britannica e l'Afghanistan negli anni 1839-1842, e fu uno dei primi importanti conflitti del "Grande Gioco". Gli inglesi deposero Dost Mohammad nel 1839, ma poi abbandonarono l'Afghanistan nel 1842. Nei decenni successivi, gli eserciti si avvicinarono al confine settentrionale dell'Afghanistan. Nel 1878 gli inglesi invasero e occuparono la maggior parte dell'Afghanistan nella Seconda Guerra Anglo-Afghana. Nel 1880 il Durrani Abdur Rahman Khan divenne re con l'appoggio degli inglesi, e cercò di mantenere un equilibrio tra interessi britannici e russi, consolidare le tribù afghane, e riorganizzare l'amministrazione civile in quello che divenne il moderno stato afghano. Nel 1893 gli inglesi fecero firmare ad Abdur un trattato per garantire il rispetto della linea di confine (linea Durand), che divideva l'Afghanistan dal territorio coloniale britannico pakistano a sud-est, e che diede origine a numerose tensioni. Abdur mantenne la neutralità dell'Afghanistan nella prima guerra mondiale.

La Terza Guerra Anglo-Afghana ebbe inizio il 6 maggio 1919 e si concluse con un armistizio l'8 agosto 1919. Con il trattato di Rawalpindi gli inglesi ottennero la riconferma della linea Durand come confine politico tra l'Emirato dell'Afghanistan e l'India britannica e gli afghani si impegnarono a non fomentare tensioni, ma ottennero la completa indipendenza dal controllo britannico.

Gli Anni Trenta - Nel periodo tra le due guerre, l'Afghanistan è ancora una volta un punto di equilibrio tra le due potenze mondiali; Amanullah (che regnò 1919-1929) manipolò abilmente la rivalità britannico-sovietica stabilendo relazioni con la comunità internazionale; nel 1923 promulgò la prima costituzione, e avviò una serie di riforme volte a modernizzare la nazione, quali l'istruzione elementare obbligatoria e l'abolizione del burqa, alienandosi in tal modo molti leader tribali e religiosi. Le resistenze contro il suo programma riformista lo costrinsero all'abdicazione nel 1929 a favore del figlio Mohammed Nadir Shah, che fu assassinato nel 1933 da uno studente di scuola hazara; gli successe Mohammad Zahir Shah, ultimo re dell'Afghanistan, che avrebbe regnato per quarant'anni.

L'occupazione sovietica - Dopo la seconda guerra mondiale, in cui l'Afghanistan rimase neutrale, e fu tra i non-allineati durante la Guerra Fredda, si avvantaggiò della rivalità tra le due grandi potenze, che facevano a gara per ottenere l'appoggio afhano, costruendo autostrade, aeroporti e altre infrastrutture vitali. Nel 1973, mentre il re Zahir Shah era in visita ufficiale all'estero, il primo ministro e cugino del re, Daoud Khan avviò un colpo di stato incruento e divenne il primo presidente dell'Afghanistan.

Il 27 aprile 1978 Mir Akbar Khyber, esponente importante del Partito Comunista Afghano (PDPA), fu ucciso misteriosamente. Il PDPA temeva che il governo avesse intenzione di smantellare il partito, così organizzarono una rivolta sotto la guida di Nur Mohammad Taraki, Babrak Karmal e Hafizullah Amin, rovesciando il regime di Daoud e uccidendo il Presidente con tutta la sua famiglia e parenti.

L'evento è noto come Rivoluzione di Saur, o Rivoluzione d'aprile afghana; il termine dari "Saur" è il secondo mese (aprile) del calendario persiano. Taraki prese rapidamente il potere e si accinse a una riforma agraria, che fu male accetta a praticamente tutti gli afghani. Il PDPA iniziò un regime di terrore imprigionando, torturando e uccidendo migliaia di membri dell'élite politica, religiosa e culturale. Venne proibita l'usura, sancita l'uguaglianza dei sessi e l'introduzione delle donne alla vita politica.

A causa della svolta comunista del governo afghano, gli Stati Uniti rafforzarono i legami politici con il Pakistan. Nel settembre 1979 Taraki venne assassinato. Per sostenere la fazione Parcham del PDPA, l'Unione Sovietica decise di intervenire militarmente in Afghanistan nel dicembre 1979, con l'invio di 100mila soldati dell'Armata Rossa. Il leader afghano Hafizullah Amin fu ucciso da forze speciali sovietiche e sostituito da Babrak Karmal.

Dopo l'intervento armato sovietico, il presidente statunitense Jimmy Carter annunciò quella che sarebbe passata alla storia come la "Dottrina Carter": gli Stati Uniti non avrebbe permesso ad alcuna altra forza esterna di ottenere il controllo del Golfo Persiaco. In seguito gli U.S.A. diedero inizio a numerosi sforzi diplomatici per ottenere il ritiro delle truppe sovietiche, tra cui un programma di aiuti ai rifugiati afghani in Pakistan.

Intanto sul territorio afghano si scatenava una guerriglia anti-comunista da parte delle forze mujahidin, rifornite e addestrate da Stati Uniti, Arabia Saudita, Pakistan, e altri Paesi musulmani. L'amministrazione Reagan fornì maggiori armamenti ai mujaheddin come parte della dottrina Reagan, mirante a fornire aiuti palesi e occulti ai guerriglieri anti-comunisti e movimenti di resistenza contro i governi comunisti in Africa, Asia e America Latina per diminuire l'influenza sovietica in queste regioni nel quadro della strategia globale della Guerra Fredda.

I dieci anni di guerriglia provocarono la morte di oltre 1 milione di afghani, in gran parte civili, circa 6 milioni di rifugiati in Pakistan e Iran, e da lì poi emigrati verso l'Unione europea, Stati Uniti, Australia e altre parti del mondo. Di fronte alla crescente pressione internazionale e al gran numero di vittime, i sovietici si ritirarono nel 1989, continuando tuttavia a sostenere il presidente Mohammad Najibullah fino al 1992.

Gli anni 1989 - 2001 - Una prima fase di guerra civile dal 1989 al 1992 portò alla caduta del governo di Najibullah; i partiti politici e i gruppi mujahiddin concordarono una pace tra le fazioni e una condivisione del potere (accordo di Peshawar), creando lo Stato Islamico dell'Afghanistan e un governo ad interim che doveva essere seguito da elezioni generali. Ma ebbe inizio una seconda fase di guerra civile, fomentata anche dai paesi vicini Iran, Iraq e Pakistan, e il Paese cadde nel caos più totale; proseguirono le lotte tra le diverse fazioni mujahidin, dando luogo ad uno strapotere dei signori della guerra.

Intanto cresceva la forza politico-religiosa dei talebani (movimento nato nelle scuole islamiche per i rifugiati afgani in Pakistan), che costringendo alla resa decine di leader pashtun locali avevano occupato la maggior parte del paese, con l'eccezione di roccaforti dell'Alleanza del Nord.

Alla fine del 1994, la maggior parte dei miliziani erano stati sconfitti dalle forze del Ministro della Difesa dello Stato Islamico Ahmad Shah Massoud, che tentò di avviare un processo politico nazionale con l'obiettivo di arrivare a elezioni democratiche, invitando anche i talebani, i quali tuttavia rifiutarono perché contrari al sistema democratico. Le vittorie iniziali dei talebani nel 1994 furono seguite da una serie di sconfitte, per cui molti credettero che il movimento talebano avesse fatto il proprio corso. Ma il Pakistan fornì aiuti massicci ai talebani, che nei primi mesi del 1995 cominciarono a bombardare Kabul. Il 26 settembre 1996, con l'appoggio militare dal Pakistan e il sostegno finanziario dell'Arabia Saudita, i talebani occuparono Kabul fondando l'Emirato Islamico dell'Afghanistan e imponendo il proprio regime basato sulla sharia.

Dopo la caduta di Kabul, i due ex nemici Ahmad Shah Massoud e Abdul Rashid Dostum crearono il Fronte Unito (Alleanza del Nord) contro i talebani, i quali sconfissero le forze di Dostum, che fu costretto all'esilio. Nel tentativo di consolidare il proprio controllo nelle province settentrionali e occidentali, i talebani perpetrarono massacri sistematici contro i civili, in particolare contro persone di religione sciita o etnia Hazara, con il supporto di forze arabe e pakistane, tra cui la cosiddetta Brigata 055 di Bin Laden. Il presidente pakistano Pervez Musharraf - poi Capo di Stato Maggiore dell'Esercito - fu responsabile dell'invio di migliaia di pakistani che combattessero a fianco dei talebani e Bin Laden contro le forze di Massoud.

Tra il 1996 e il 2001 la rete terroristica Al Qaeda di Osama bin Laden e Ayman al-Zawahiri era diventata quasi un vero e proprio stato all'interno dell'Afghanistan. Ahmad Shah Massoud era rimasto l'unico leader del Fronte Unito in Afghanistan. Nelle zone sotto il suo controllo aveva creato istituzioni democratiche e rispettato i diritti delle donne; molti civili, stimati fino a un milione, fuggirono verso la zona controllata da Ahmad Shah Massoud.

All'inizio del 2001 Massoud parlò al Parlamento europeo a Bruxelles, chiedendo alla comunità internazionale di fornire assistenza umanitaria alla popolazione dell'Afghanistan, affermando che i talebani e al-Qaeda avevano introdotto "una percezione molto sbagliata dell'Islam" e che senza il sostegno di Pakistan e Bin Laden i talebani non avrebbero potuto sostenere la propria campagna militare; Massoud rivelò anche che i suoi servizi segreti avevano raccolto informazioni su un imminente attacco su larga scala sul suolo statunitense.

Dopo l'Undici Settembre - Il 9 settembre 2001 Ahmad Shah Massoud veniva assassinato in Afghanistan da due attentatori suicidi arabi e due giorni dopo circa 3.000 persone vennero uccise negli Stati Uniti negli attacchi dell'11 settembre. Nelle settimane successive gli Stati Uniti, aiutati da una coalizione internazionale, intervenivano militarmente rovesciando il governo talebano; il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite autorizzò la creazione di una forza internazionale per aiutare il regime del presidente Hamid Karzai, ma dopo dieci anni ancora non si è riusciti a stabilizzare il paese.

Alla fine del 2001 i leader dei principali gruppi di opposizione afghani si incontrarono a Bonn, in Germania, concordando un piano per la formazione di un nuovo governo sotto la guida di una Afghan Interim Authority (AIA). Nel giugno 2002 l'AIA tenne una Grande Assemblea nazionale (Loya Jirga), e Hamid Karzai fu eletto presidente a scrutinio segreto dello Stato islamico transitorio dell'Afghanistan (Tisa).

A partire dal 2002 la nazione afghana ha cercato di costruire strutture democratiche, ed è stato compiuto qualche progresso in settori chiave quali l'economia, sanità, istruzione, trasporti e agricoltura. La NATO sta addestrando le forze armate afghane e la polizia nazionale. L'ISAF e le truppe afghane hanno diretto molte offensive contro i talebani, ma senza sconfiggerli pienamente. Nel 2009, un governo ombra talebano ha cominciato a prender forma in molte parti del paese e nel 2010 alla Conferenza Internazionale sull'Afghanistan a Londra il presidente afgano Hamid Karzai ha espresso la sua intenzione di cercare un accordo con i leader talebani (tra cui i mullah Omar, Sirajuddin Haqqani e Gulbuddin Hekmatyar). Supportato dalla NATO, Karzai ha invitato la leadership talebana a partecipare a colloqui di pace. Tali misure hanno portato a un intensificarsi di attentati, omicidi e agguati.

In previsione del ritiro della NATO nel 2014, molti gruppi che temono il ritorno dei talebani iniziano a riunirsi sotto l'ombrello della Coalizione Nazionale dell'Afghanistan (braccio politico) e del Fronte Nazionale (braccio armato). Nel luglio 2012, le principali potenze mondiali a Tokyo hanno affermato che non permetteranno all'Afghanistan di diventare nuovamente un santuario del terrore e hanno promesso assistenza al Paese dilaniato da oltre mezzo secolo di guerre.

L'Economia

L'Afghanistan è un paese estremamente povero, afflitto da una grande inflazione, scarsità di cibo, vestiario, alloggi, cure mediche, problemi aggravati dalla situazione di guerra permanente, dalla mancanza di un governo centrale efficace e dalla frammentazione in gruppi tribali. La maggior parte della popolazione è occupata nell'agricoltura. I terreni coltivati si trovano soprattutto nelle pianure del nord, vicino al confine con Turkmenistan, Uzbekistan e Tagikistan, e si producono soprattutto cereali, frutta, noci, cotone, papaia, tabacco, barbabietola, oppio. Importante è l'allevamento delle pecore "Karakul", l'artigianato dei tappeti, e la produzione di carne, lana e pelli.

Dopo il rovesciamento del regime Talebano nel novembre del 2001, molti agricoltori hanno cambiato le loro colture orientandosi all'esportazione anziché verso il consumo interno; la coltivazione di oppio è notevolmente aumentata negli ultimi dieci anni, e l'Afghanistan è diventato il principale fornitore mondiale di oppio illegale.

Il Paese possiede significative riserve di gas naturale, sfruttate da aziende statunitensi e l'industria tessile e alimentare sono in fase iniziale. Esistono depositi non ancora sfruttati di minerali come ferro, oro, smeraldi, cromo, zinco, uranio e idrocarburi. Oro, argento, rame, berillio e lapislazzuli sono state estratti in piccole quantità nelle zone di montagna. Nel 2010 sono stati scoperti giacimenti di litio, minerale necessario alla produzione di batterie.